Ricevo e condivido
Freedom for Birth Rome Action Group ha organizzato un evento dal titolo “la Violenza nel parto – antichi e nuovi rituali per il controllo ed il disciplinamento del corpo delle donne”
L’evento si terrà il 29 novembre 2014, dalle 9:30 alle 13:30 presso la Casa Internazionale delle Donne di ROMA in via della Lungara 19.
Scopo dell’iniziativa è quello di denunciare le pratiche violente ed oppressive alle quali vengono sottoposte le donne in molti degli ospedali italiani.
Ancora oggi le donne non possono scegliere liberamente di partorire in una casa maternità, perché questa realtà, così diffusa all’estero, e’ quasi del tutto assente in Italia (che conta una sola struttura pubblica: la casa del parto Acqua Luce di Ostia). E ancora oggi le donne si trovano nella condizione di essere costrette a partorire nella posizione sdraiata sulla schiena, più comoda per gli operatori, e non possono muoversi liberamente per agevolare il parto.
E’ ancora tristemente diffusa nei parti vaginali la pratica, non esente da rischi, della spinta sulla pancia (kristeller), e i nostri tassi di episiotomia, il taglio della vagina, non trovano eguali nel resto d’Europa, dove è una pratica quasi abbandonata. (v. inchiesta di Elis Viettone per Repubblica: http://youtu.be/ugCxLEqgdR8)
In Italia abbiamo anche il primato dei tagli cesarei, con un aumento della mortalità materna che va d 5 a 15 volte il parto vaginale. Questi ed altri interventi medici praticati prima, durante e dopo il parto, vengono eseguiti molto spesso senza che alla donna vengano date informazioni e senza acquisire il suo consenso. La gran parte di queste pratiche vengono eseguite senza che ci sia alcuna indicazione clinica e in contrasto con le principali raccomandazioni internazionali e nazionali dell’OMS e dell’ISS.
Perché? A questo interrogativo cercheremo di dare una risposta.
Una violenza silenziosa che si compie sotto i nostri occhi e che non sembra arrestare la sua corsa.
L’evento del 29 novembre ha lo scopo di far luce, con l’aiuto di bioeticisti, antropologhe, storiche, medici, psicologi ed ostetriche, sull’origine della condizione delle donne in sala parto.
L’espropriazione del parto è un processo a cui sono sottoposte le donne sia nelle società ad alta tecnologia, come la nostra, che in quelle a bassa tecnologia: in tutte le società, infatti, il parto viene normato e controllato con rituali differenti. Dunque non è tornando al “parto naturale” che potremmo veder riconosciuta la soggettività della donna ma perderemmo solo i vantaggi che il progresso scientifico ci ha dato. La libertà di scelta e autodeterminazione delle donne nel parto deve essere riconosciuta nel diritto a poter scegliere l’epidurale o il parto in acqua, il parto in ospedale o il parto a casa, o come precedente illustrato, il parto in casa maternità.
Per questo abbiamo ritenuto importante, nella settimana in cui cade il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, parlare anche della sofferenza, profonda e gratuita, alla quale sono sottoposte tante donne nel parto.
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Freedom for Birth Rome Action Group
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